Accordo Miliardario: Google Paga Cifre Enormi a Samsung per Imporre Gemini come AI Predefinita su Galaxy S25

Accordo Miliardario: Google Paga Cifre Enormi a Samsung per Imporre Gemini come AI Predefinita su Galaxy S25
Photo by Rami Al-zayat / Unsplash

Il palcoscenico del processo antitrust di Google continua a svelare retroscena scottanti sugli accordi strategici che definiscono il mercato tecnologico. Le ultime rivelazioni gettano luce su una partnership finanziaria di proporzioni colossali tra due dei giganti del settore: Google e Samsung. Secondo le testimonianze emerse in aula, Google starebbe versando a Samsung una "somma enorme" di denaro ogni mese per garantire che il suo assistente basato sull'intelligenza artificiale, Gemini, sia preinstallato e impostato come opzione predefinita sui dispositivi Samsung di punta, a partire dalla serie Galaxy S25.

Questa intesa economica è stata portata alla luce durante la deposizione di Peter Fitzgerald, vicepresidente delle piattaforme e delle partnership con i dispositivi di Google. Fitzgerald ha confermato che i pagamenti a Samsung sono iniziati a gennaio 2025, in concomitanza con il lancio dei nuovi modelli Galaxy S25. Questo dettaglio temporale è particolarmente significativo, poiché si colloca dopo la sentenza del giudice Amit Mehta che ha stabilito che Google detiene un monopolio illegale nel mercato della ricerca online. La decisione è stata in parte motivata proprio da accordi simili stretti da Google con produttori di dispositivi e browser per assicurarsi la posizione predefinita per il suo motore di ricerca.

La posta in gioco è altissima, soprattutto considerando il contesto del processo in corso, dove gli avvocati di Google e il Dipartimento di Giustizia statunitense stanno dibattendo l'entità e la severità delle potenziali sanzioni da imporre a seguito della sentenza di monopolio. L'accordo con Samsung per Gemini dimostra come Google sia disposta a investire massicciamente per estendere la sua influenza anche nel nascente e cruciale settore dell'intelligenza artificiale mobile, replicando strategie già adottate per la ricerca.

L'integrazione di Gemini come assistente AI predefinito sulla serie Galaxy S25 è un cambiamento notevole per gli utenti Samsung. Tradizionalmente, i dispositivi Galaxy offrivano Bixby, l'assistente proprietario di Samsung. Con questo nuovo accordo, una pressione prolungata sul pulsante di accensione (o su un altro tasto dedicato, a seconda della configurazione finale) attiverà Gemini, relegando di fatto Bixby a un ruolo secondario o forse rendendolo meno accessibile per l'utente medio che utilizza le impostazioni di default. Questo spostamento non solo promuove la tecnologia AI di Google ma potrebbe anche indirizzare gli utenti verso l'ecosistema Google per un'ampia gamma di servizi legati all'intelligenza artificiale.

La testimonianza di Fitzgerald ha anche rivelato che Google non era l'unica azienda a corteggiare Samsung per un accordo di preinstallazione dell'assistente AI. Anche altri attori nel panorama dell'intelligenza artificiale e della ricerca, come Perplexity e Microsoft, avrebbero presentato le proprie proposte a Samsung. Il fatto che Samsung abbia optato per Google, nonostante il momento delicato per quest'ultima a causa del processo antitrust, sottolinea l'entità dell'offerta economica avanzata da Google e la potenziale percezione del valore (o della necessità strategica) nell'integrare la tecnologia AI di Google nei propri dispositivi di punta.

Questo accordo tra Google e Samsung non è solo una questione di convenienza per l'utente o di preferenze tecnologiche; è un esempio lampante delle intense battaglie che si stanno combattendo per il controllo e la monetizzazione dell'intelligenza artificiale sui dispositivi mobile. La disponibilità a pagare "somme enormi" evidenzia quanto Google consideri vitale posizionare Gemini in una posizione dominante sui miliardi di smartphone Samsung venduti in tutto il mondo. Questo strategico posizionamento "di default" può avere un impatto significativo sull'adozione dell'AI, sulla raccolta di dati per l'addestramento dei modelli e, in ultima analisi, sul vantaggio competitivo nel mercato dell'intelligenza artificiale, sollevando al contempo ulteriori interrogativi sulla concorrenza e le pratiche di mercato alla luce del recente verdetto di monopolio.